Non è attualmente possibile iniziare la lavorazione direttamente dall'animale macellato, come si faceva in antico, sia per problemi burocratico/sanitari difficilmente aggirabili (TSE), sia perché una simile scelta implicherebbe problemi logistici e costi finali improponibili. Si è comunque tentato in passato di seguire l'intera filiera utilizzando agnelli allevati in Toscana all'aria aperta e senza mangimi - dunque in condizioni ideali - ma nonostante ciò non si è riscontrata una maggiore resistenza o qualità del budello, e di conseguenza si è rinunciato a proseguire, almeno per il momento, in tale direzione di ricerca.
Utilizzando invece budelli di ottima qualità di agnello o di capretto, importati prevalentemente dal Pakistan e conservati sotto sale, già ripuliti quasi completamente della parte esterna (serosa) e interna (sub-mucosa), la prima operazione che si esegue è quella di eliminare il sale con ripetuti bagni in acqua. Il budello dissalato non è tuttavia affatto pronto per la torcitura, perché richiede ripetute operazioni di sgrassatura e asportazione dei residui di sub-mucosa, al fine di ottenere un "filo" - come veniva definito in antico e come effettivamente appare - bianco e trasparente, assolutamente privo di grassi ed elementi impuri che comprometterebbero il suono della corda. Le principali operazioni necessarie ad ottenere una corda in budello di qualità sono descritte nelle schede che seguono.