I cordoncini sono corde in budello di agnello o capretto intero, realizzate - come prescritto dalle fonti storiche - con la stessa tecnica di quelle di canapa, ossia ritorcendo tre capi o trefoli costituiti singolarmente da due o più budelli pre-ritorti in senso opposto.
Lo scopo è quello di ottenere il massimo dell'elasticità e morbidezza nei bassi, che a causa dello spessore tendono a diventare rigidi e a perdere di conseguenza gli armonici superiori, divenendo sostanzialmente afoni e percussivi.
I cordoncini non vanno confusi con le Catlines di Bologna, alle quali sono stati erroneamente assimilati dagli studiosi, perché non sono affatto lisci se non rettificati come queste ultime.
In realtà Cordedrago utilizza solo budelli ovini interi e finissimi commessi grazie ad una macchina appositamente studiata per riprodurre con estrema regolarità la tecnica esecutiva dei cordai che lavoravano la canapa, ottenendo di conseguenza corde superficialmente molto regolari, che richiedono solo una leggera lisciatura.
Si tratta in generale di corde probabilmente realizzate fin dall'antichità, come sembra desumibile da bassorilievi romani e da altre fonti storiche ed iconografiche, ma realizzati in epoca rinascimentale e barocca soprattutto a Roma.
Sono adatti in particolare per il registro medio e basso di violino barocco, viola e violoncello, viola da gamba, oud, Liuto, arciliuto, chitarrone o tiorba e chitarra barocca, chitarra romantica e strumenti medioevali ed etnici.