In questa fase si immergono ripetutamente le matassine di budello in ciotole piene di acqua in cui è stata disciolta una quantità adeguata di tempra, che dalle fonti sappiamo essere costituita da cenere di feccia di vino calcinata (ceneri clavellate) o, a Padova, da tartaro delle botti o griepoli. Con tale procedura si ottiene la sgrassatura dei budelli e la decomposizione del materiale non muscolare al loro interno, ossia la sub-mucosa residua.
Cordedrago, nonostante la difficoltà di produrre artigianalmente materiali ormai introvabili sul mercato come le ceneri clavellate, sta operando una ricerca specifica in tal senso, perché è unanime sia nelle fonti riguardanti l'arte dei cordai, sia nei trattati di merceologia, l'elogio dell'eccellenza qualitativa di tale prodotto rispetto ad altri analoghi come la potassa e la soda.