Bor Zuljan uses Cordedrago gut strings. See in menu:

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his latest magnificent CD "The Orpheus lute", dedicated to improvisation

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Le corde appesantite nascono da una suggestiva ipotesi di Mimmo Peruffo, che ha cercato di spiegare il motivo del colore rosso delle ottave basse nell'iconografia dei liuti sei-settecenteschi, proponendo che si trattasse di una sorta di appesantimento con cinabro o minio - come nel caso delle nostre Rosse di Pistoia - o comunque con materiali in polvere ad alto peso specifico, comprese polveri di metalli puri come il rame.

Tale ipotesi sembrerebbe confermata dalla presenza di fori troppo sottili nei ponticelli dei liuti dell'epoca: una corda in budello nudo non appesantito non potrebbe infatti passare per essi a causa dello spessore maggiore necessario ad ottenere una tensione adeguata.

Resta però tutto da spiegare il motivo per cui sui liuti si sarebbe usato il cinabro o il minio, mentre sugli strumenti ad arco un altro materiale di appesantimento, dato che i bassi sono marroni e non rossi; il marrone dei bassi degli archi è facilmente spiegabile con una cattiva o parziale solforazione, dovuta allo spessore della corda, mentre Peruffo ipotizza l'uso di ossidi metallici se non addirittura di rame in polvere, che sarebbe già stato possibile tecnicamente realizzare all'epoca.

In realtà è poco probabile che si siano usati materiali di appesantimento diversi per liuti ed archi, ed è verosimile che solo i primi avessero i bassi appesantiti: del resto lo studio di Peruffo prende in esame solo i ponticelli dei liuti per dimostrare l'appesantimento della corda.

Nei liuti c'è infatti il problema che i bassi tastati non appesantiti sono troppo grossi rispetto all'ottava acuta appaiata, creando seri problemi all'esecutore; tale difetto non si può ridurre allungando la lunghezza vibrante più di tanto per assottigliarli, perché i cantini diventerebbero troppo fini e andrebbero oltre il punto di rottura.

Il mio consiglio resta pertanto quello di orientarsi, per gli strumenti ad arco, sui Cordoni Cordedrago, che mantengono una potente sonorità e notevole prontezza d'attacco anche con diametri molto grossi. Il problema resta ovviamente quello dello spessore della corda, più scomoda da tastare, ma è anche il motivo per cui, appena è stato possibile, si sono utilizzate le Filate in argento e, solo dopo tale innovazione (e non per un presunto uso precedente di corde appesantite), si sono creati strumenti nuovi come il Violoncello.

Nonostante ciò, a causa della forte richiesta di corde appesantite in rame anche per gli archi (e per le arpe), ritengo giusto che Cordedrago produca anche tale tipologia di corde, se non altro perché alcuni clienti temono la tossicità del cinabro (enormemente inferiore a quella del tonno, ricco di mercurio perfettamente assimilabile dall'organismo).

La tecnica particolare di omogeneizzazione dell'appesantimento, indispensabile per ottenere corde giuste, ossia non false, richiede ovviamente molto tempo e grande accuratezza, per cui il costo delle appesantite in rame è nettamente superiore rispetto a quello delle corde in budello nudo.

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